Pipindun e ove

Qualche tempo fa, parlando con la mia amica Alessandra, mi sono resa conto di non aver mai pubblicato su questo blog la ricetta di questo piatto della tradizione che amo moltissimo. Pipindun e ove non è semplicemente una pietanza, ma è un insieme meraviglioso di suggestioni legate all’Abruzzo, alla vita contadina, allo sdijun (la colazione agreste che serviva a rompere il digiuno), alla terra e ai sapori tipici. Se una volta era considerato un piatto povero e rurale, negli ultimi decenni è andato annoverandosi tra i piatti tipici che non mancano mai tra gli antipasti caldi dei ristoranti e degli agriturismi, ma anche come pietanza di uso comune in qualsiasi casa di un abruzzese. Abbastanza veloce e semplici da preparare “li Pipindun e ove” sono anche molto versatili. Li si può mangiare come secondo, come contorno o utilizzarli per farcire pizzonte (pizzette fritte per la ricetta clicca qui), panini e bruschette.

Ingredienti: peperoni a corno (meglio se sia verdi che rossi), uova, aglio, sale e olio evo.

PROCEDIMENTO:

Lavare e asciugare bene i peperoni. Tagliarli a listarelle togliendo bene i semi e friggere in abbondante olio evo aggiungendo due o tre spicchi d’aglio in camicia. Girare di frequente e salare. In un piatto fondo sbattere le uova (l rapporto di solito è 5 uova ogni kg di peperoni) e salarle. Appena i peperoni saranno appassiti e ben cotti togliere gli agli e aggiungere le uova iniziando subito a mescolare. L’effetto da ottenere dovrà essere simile a quello delle uova strapazzate e non di una frittata. Appena le uova saranno bene cotte e si saranno rapprese intorno ai peperoni, spegnere il fuoco e passarle in un piatto con carta assorbente o carta pane per la frittura. Servire caldi ma non bollenti, anche se sono buoni anche a temperatura ambiente o addirittura freddi di frigo. Felice sdijun con gusto e buon gusto!

 

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